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Il fatto, il pensiero e la consapevolezza (II Parte)

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Pensiero e Consapevolezza

 

 

 

P- Hai ascoltato mezz'ora di monologo fatto di sole accuse, però forse aveva ragione a dirti quelle cose. Hai fatto e disfatto e potresti rifare partendo da dove hai interrotto.

C- Ho ascoltato mezz'ora il suo monologo e ciò che lei è stata, le scelte che ha compiuto, il suo passato, le sue mancanze e i suoi vuoti, la sua carenza, la sua assenza, i divieti, la storia, le imposizioni, il giudizio, il pregiudizio tutto, tutto ha messo dentro, c'era tutta se stessa e niente di me.

P – Certo, ma sei pur sempre tu ad aver scelto.

C – Ho vissuto credendo che si potesse fare a meno di sentire, e che il sentire non fosse ciò che il mio istinto mi suggeriva. Non accettare porta a non condividere ed io non posso fare niente di fonte a questo. Mi dispiace per chi ha poca fiducia nell'altrui credere, e se poi le cose non vanno come si ritiene possano andare, di certo nessuno può darsi colpa, sarebbe semplice e stupido dire: te l'avevo detto! Oggi invece mi sento di dire che le decisioni si prendono sempre con coraggio, e amare e perdere con profondo dolore e dignità è il senso della vita. Perdere non vuol dire sbagliare per poi dirsi te lo potevi risparmiare. La strada che decidiamo di percorrere non si risparmia, la si percorre, giustamente e fino in fondo qualunque cosa accada. E non ci sono strade più giuste o più sbagliate di altre. Ci sono solo strade. Ascoltarle e viverle quando ci sembrano quelle del momento, è l'unica cosa giusta che possiamo fare. Nessuno può intraprendere una strada sapendo a priori come andrà a finire.

Non esiste colpa quando alle scelte seguono solo conseguenze. E non esiste vergogna quando si prende in mano la propria vita con coraggio e senza menzogne. E quella buonanotte così secca e senza possibilità di replica è una condanna di chi mente a se stesso verso chi è sincero.

 

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